Quelle due come noi
di Maria Angela Baiardi e Fabiola Crudeli
traduzion in inglese a fronte di Maggie Rose

Due come loro non si incontrano facilmente in commedia: immature e diversamente de(re)presse, fatte fuori dallo spietato ingranaggio della vita e da precise “incostanze” caratteriali, economiche e culturali che invece di tenerle a distanza le uniscono in una maniera quasi simbiotica fino a separarle, forse definitivamente l’una dall’altra, finché un’altra occasione, o il baro destino, non le farà rincontrare, ribaltandone probabilmente i ruoli.
Scritto alla maniera di Feydeau e Courteline, o di Neil Simon, per rimanere nel moderno, “Quelle due come noi” , due titoli in uno, appare come il prototipo di commedia comica dove il gioco degli equivoci cede il posto alla situazione d’intrattenimento di lunga durata ricca di trovate sceniche, scene in costante pericolo di tenuta con svolte improvvise, spesso impreviste, che rilanciano la vicenda verso sviluppi “a sorpresa”.
I “doppi sensi” sono amministrati con saggezza, mentre il linguaggio parlato si sovrappone a quello scritto creando volentieri un cortocircuito del senso abituale del dialogo. La psicologia delle due donne viene completamente cancellata dai loro comportamenti e dalle cose che si dicono senza tuttavia “ascoltarsi”, come se entrambe fossero prigioniere (e vittime) di una, molto privata, domestica follia.
Accade tutto in una notte (forse il testo nasce dal “sogno” di una delle due): una porta che non si apre, riconoscimenti difficili, il bisogno di nominare le “cose” per riconoscerle,costruiscono un’avventura molto “irreale” per essere vera, iperbolica fino all’inverosimile: tutto congiura per un rocambolesco mondo dell’assurdo, del paradosso, della parodia, del comico del discorso dove tutto ciò che non appare normale, invece lo è, e va assecondato fino in fondo.

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